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Canto V Inferno

Divina Commedia

Dante Alighieri

 

"Così discesi del cerchio primaio

giù nel secondo, che men loco cinghia

e tanto più dolor, che punge a guaio"

Tra i canti della Divina Commedia di Dante Alighieri, il quinto dell’Inferno, in cui si racconta la storia di Paolo e Francesca, è uno dei più celebri. Dopo aver incontrato Minosse, mostro e giudice infernale che attorciglia la coda intorno al suo corpo tante volte quanto il cerchio in cui i dannati che gli si trovano di fronte devono scendere, Dante e Virgilio giungono nel secondo cerchio infernale: qui vengono travolti da una violenta bufera, con venti contrari che si incrociano trascinando le anime dei dannati davanti a un precipizio, e ogni volta quelle anime dannate urlano, gridano, piangono, bestemmiano. Sono i lussuriosi, “i peccatori carnali / che la ragion sommettono al talento”, costretti a farsi trascinare violentemente dai venti come nella loro vita si sono fatti trascinare dall’istinto invece che dalla ragione.

Tutti morti di morte violenta per loro stessa mano o da mano altrui a causa dell’amore a cui non hanno saputo resistere durante la loro esistenza. Tra le anime si riconoscono personaggi famosi della storia e dei miti, quali Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena di Troia, ma in particolare Dante è attratto da due anime che si muovono l’uno accanto all’altra, leggere, e perciò domanda a Virgilio di poter volgere loro la parola perché gli raccontino la loro storia: sono Francesca da Rimini e Paolo Malatesta.

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William Dyce, Francesca da Rimini

 (1837; olio su tela, 142 x 176 cm; Edimburgo, National Galleries of Scotland)